Chi era Carlo Leisner, l’internato n. 22356?
Nella Renania Bassa, nacque Carlo Leisner a Rees il 28 febbraio 1915 e crebbe a Kleve. Agí da studente ginnasiale nelle Movimento Cattolico Giovanile. Quivi prende contatto coi giovani e fa con essi le meravigliose esperienze delle grandi escursioni e si avvicina alla Sacra Scrittura, alla Liturgia e soprattutto alla SS. Eucaristia. La sua vita spirituale incomincia a svilupparsi lentamente, non senza lotte giornaliere per il proprio autocontrollo e la disposizione ad agire. Christo diventa la figura illuminante della sua giovane vita. La gioventù che egli guida, è la gioventù di Cristo. Questa non deve essere preda dell’ideologia del „Terzo Reich“. Scrive nel suo diario: „Cristo, Tu sei la mia passione!“ Nel 1934 consegue la maturità; la sua meta è il sacerdozio.
Primi semestri di teologia a Münster. Nello stesso tempo gli viene affidato dal suo Vescovo l’ufficio di dirigente diocesano dei gruppi giovanili „Jungschar“ – La Gestapo comincia a notarlo. Durante i due semestri di studi a Friburgo ed il servizio obbligatorio del lavoro, estate 1937, dure lotte interiori lo tormentano: sacerdozio o matrimonio e famiglia? Poco prima di ricevere l’ordine del suddiaconato, il 4 marzo 1939, può scrivere nel suo diario: „E’ stata una lotta per la vita o la morte. Però io sono stato chiamato al sacerdozio c a questa chiamata sacrifico tutto.“ Il 25 marzo 1939 diventa diacono. Alcuni mesi dopo deve ricevere l’ordinazione sacerdotale.
Ma Dio dispose diversamente. Una tubercolosi polmonare, manifestatasi improvvisamente, lo costringe a recarsi a St. Blasien, nella Foresta Nera, per curarsi. Qui viene arrestato dalla Gestapo per una frase sfuggitagli in occasione dell’attentato a Hitler 18 novembre 1939. Carcere de Friburgo; trasferimento nel campo di concentramento Sachsenhausen e di li, nel dicembre 1940, in quello di Dachau.
Nel campo di concentramento la sua malattia si manifesta di nuovo: emorragie polmonari. Trasferimento nel reparto ammalati: un locale in una baracca, nella quale sono ammassati dai 120 ai 150 ammalati di tisi e moribondi, li lasciati in balia della morte. Ultima stazione. Il giovane diacono si aggrappa alla Sacra Scrittura, alla SS. Eucaristia che tiene nascosta c che dà ai moribondi. Egli si sente al sicuro nell’amore della Madre celeste. Vive secondo le parole di S. Paolo: ,,Completo nella mia carne quel che manca ai patimenti di Cristo.“ E cosi resiste. Per quattro lunghi anni. Nel frattempo la malattia va avanti.
A questo punto si verifica qualcosa d’inaspettato: il Vescovo francese Gabriel Piguet, anche lui internato, conferisce l’ordinazione sacerdotale al diacono Carlo Leisner, ormai votato alla morte, il 17 dicembre 1944 nel blocco di baracche n. 26 con pericolo di morte per tutti i partecipanti. Il neosacerdote celebra la sua prima ed unica messa il giorno di S. Stefano del 1944. Liberazione 4 maggio 1945.
Le ultime settimane nel sanatorio Planegg presso Monaco lo conducono alla perfezione. Soltanto due pensieri lo dominano ancora: amore ed espiazione. Il 12 agosto si conclude la sua vita terrena nell’amore d Dio, in quell’amore a cui aveva creduto e che vuole annunciare agli uomini.
La sua tomba si trova nella Cripta dei Martiri del Duomo di Xanten. Papa Giovanni Paolo II beatificò a Berlino il 23 giugno 1996 Carlo Leisner ed il canonico Bernhard Lichtenberg, questi pure morto vittima dei Socialisti Nazionali.
Dai suoi diari
Dal periodo della sua attività tra i giovani di Kleve – il 1° maggio 1934:
„Incomincia il lavoro nel distretto. Oggi qui, domani li. Come un bolide mi sposto velocemente in motocicletta da un posto all’altro del Circondario di Kleve. Tutti gli ostacoli vengono superati: raucedine, raffreddore, fiacchezza. Stanco morto vado qualche volta a letto prima dopo mezzanotte. C’è molto lavoro ma la gioia è ancora più grande.“
Nomina a dirigente diocesano dei gruppi giovanili „Jungschar“ – 12 settembre 1934:
„Signore, con la Tua grazia voglio prendere dalle Tue mani il difficile compito di dirigente giovanile. Conducimi alla luce. Signore, Dio Onnipotente, Ti prometto solennemente: Voglio essere il Tuo strumento. Da oggi tutte le mie forze Ti appartengono.“
Durante gli studi teologici – il 29 aprile 1935:
„Cristo, Tu mi hai chiamato. Io parlo umilmente e con determinazione: ´Io sono qui´, mandami.“
Ricordano il servizio obbligatorio del lavoro: lotta per il sacerdozio – il 13 novembre 1937:
„Ah, quando penso a tutte quelle ore di profondo ed inesprimibile desiderio, trovandomi solo nella quiete della notte, mi sento quasi tentato di mettermi sulla grande strada della vita e cercare questa via (matrimonio e famiglia).“
Dopo l’esposizione dei punti per uno meditazione – il 24 gennaio 1938:
„Cristo, se Tu non sei, allora non voglio essere nemmeno io. Tu sei, Tu vivi. Prendimi, disponi completamente di me.“
Prima di ricevere l’ordine del suddiaconato – il 17 febbraio 1939:
„Il tempo ha bisogno di te! Si tratta del mistero più profondo in te. E questo ti chiama all’altare, all’olocausto (sacrificio completo) per gli altri, per il tuo popolo tedesco. Io non posso e non voglio più fare diversamente, costi pure la vita della Croce, e ciò costerà sicuramente più di quanto io lo possa esprimere.“
Nel carcere di Friburgo – il 14 novembre 1939:
„Dio mio, Ti ringrazio per i giorni della grave malattia ed adesso di nuovo per quelli della schiavitù e della prigionia. Ogni cosa ha il suo significato. Tu lo fai principalmente per il nostro bene.“
Da uno lettera ai genitori, scritta nel campo di concentramento – il 7 febbraio 1945:
„Dai da mangiare ai cari uccelli, mia cara e buona Mamma. Qualcuno dà da mangiare anche a me.“
Nel sanatorio Planegg – il 23 luglio 1945:
„Poveri noi internati! Ci volevano uccidere l’anima. O mio Dio, Ti ringrazio per avermi salvato portandomi nel regno dell’amore e della dignità umana. Signore, fai che Ti ami sempre di più. Amore ed espiazione! Ti ringrazio di tutto. Perdona le mie debolezze!“
Ultima annotazione – il 25 luglio 1945:
„Benedici, Altissimo, anche i miei nemici.“
Preghiera
Signore, Padre nostro!
Tu desti al Beato Tuo Carlo, nostro fratello un cuore capace di entusiasmarsi. Egli vedeva la natura come Tua opera, l’uomo come Tua immagine; in Gesù Cristo, figlio di Maria, trovava il coronamento della creazione. Per Lui volle vivere, per Lui cercò di guadagnare i giovani con zelo instancabile.
In un mondo di odio credette nell’amore, donò l’amore, desiderò la realizzazione del Tuo Regno sulla terra.
Chiese la Tua guida per la sua vita. Nell’emulazione di Cristo, Tu l’hai condotto fino all’altezza della Croce. Cosi lui, da giovane sacerdote, diede la sua giovane vita in olocausto per Ia gioventù, per un’umanità battuta e sanguinante, per la riconcilazione dei popoli, per un’ Europa cristiana.
Le sofferenze da lui patite sono la sua preghiera per noi. Indicalo alla Chiesa come santo ed intercessore, in maniera che noi, seguendo il suo esempio, ci possiamo risollevare. Per Cristo nostro Signore.
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